Elisa Dal Corso è una cantante lirica strepitosa, molto amica del pluripremiato Giovanni Grandi, che ce l’ha fatta conoscere con alcune lezioni di canto.
Io e la mia collega Bianca (aiutate anche da alcuni fidati sostenitori, data la timidezza di Bianca) abbiamo deciso di intervistarla dopo una delle sue lezioni tenute all’oratorio di Sant’Imerio, guadagnando quest’articolo e una bella corsa per raggiungere i nostri gentilissimi compagni che, impazienti di tornare a casa a mangiare, si erano già avviati verso casa.
Buongiorno Elisa, volevamo farti alcune brevi domande per conoscerti meglio. Innanzitutto saremmo curiosi di sapere dove è nata la tua passione per la musica.
Buongiorno a voi, allora, la mia passione è iniziata perchè mio padre, essendo direttore di un coro, mi portava con lui a vedere le prove e a cantare. Poi crescendo mi sono appassionata alla lirica e ho deciso di entrare in un conservatorio, dove ho studiato canto e ho partecipato a molti musical, tra cui quello di “Sister Act”.
Parlando di musical, quali sono, fra quelli in cui hai partecipato, i tuoi preferiti?
Una bella domanda, penso che fra quelli che mi sono piaciuti di più rientrino “Sister Act”, “West Side Story”, in cui mi sono occupata della regia e “Sweeney Todd” in cui invece ho recitato.
Magnifico! Ultima domanda: cosa speri di realizzare più avanti; in quali spettacoli vorresti recitare?
Sicuramente amerei avere una parte in “Les Misérables”, ma mi piacerebbe anche mettere in scena cose create da me, con il mio gruppo, i “Lucky Tella”.
Perfetto. L’intervista si conclude qui, speriamo di rivederti presto e grazie per queste magnifiche lezioni.
Grazie a voi!
a cura di Francesca Tressoldi
Lunedì 8 febbraio 2021, noi della classe 2B dell’istituto Sacra Famiglia, ci siamo collegati con un giornalista, per la precisione con Filippo Gilardi (Coordinatore redazionale dei mezzi di comunicazione della diocesi e responsabile del progetto Riflessi Magazine) , per farci aiutare nel nostro progetto di giornalismo (Campionato di Giornalismo - IL GIORNO).
Filippo, dopo una piccola premessa, si è dimostrato molto disponibile e gentile nel rispondere alle nostre domande e curiosità: ci ha spiegato come riconoscere una Fake News, come trovare una buona notizia, come procurarsi una fonte sicura, ci ha istruito sulla disposizione degli articoli su una pagina di giornale e se si ha uno spazio preciso da occupare.
Abbiamo fatto due ore collegati con lui disturbati lievemente solo da alcuni cedimenti della connessione e dell’audio.
Ci ha raccontato di come è nata la sua passione per il giornalismo: in un campo da calcio mentre si allenava ha notato uno dei ragazzi più grandi che, dopo le partite, si metteva in un angolo a parlare al telefono.
Incuriosito dal comportamento ha chiesto all’amico che cosa stesse facendo, lui gli ha spiegato che lavorava per un giornale e lo ha invitato a partecipare.
Così è nata la sua passione che con il tempo è diventata il suo lavoro.
Oggi è da quasi vent’anni che lavora in questo ambito ed ha già provato molte esperienze; ha lavorato per giornali cartacei, è stato in radio e ora si occupa principalmente di giornali online.
Ci tengo a ringraziarlo molto per l’intervento che ha fatto perché ci aiuterà nel progetto in cui ci siamo addentrati con la prof.ssa Parenti e perché è stato parecchio interessante e istruttivo.
a cura di Francesca Tressoldi
«UNA PICCOLA INTERVISTA, UN ENORME RISULTATO»
A insaputa di tutti, Francesca Tressoldi ha deciso di intervistare durante una pausa il professore di religione: Rochetti Don Michele.
Ha giocato molto bene le sue carte essendo riuscita a nascondere l’accaduto a tutti i poveracci in video collegamento, che hanno tentato in ogni modo di carpire informazioni dai presenti, inutilmente.
Quest’oggi abbiamo a disposizione molte interessanti notizie e commenti che si renderanno molto utili in futuro...
Lascio a voi la lettura,
La Redazione.
SPECIALE RELIGIONE
Per questa importante lezione abbiamo deciso di intervistare il famosissimo, rinomatissimo professor Rocchetti:
“Buongiorno professore abbiamo un paio di domande da farle, la prima è: Cosa si aspetta da questa lezione?”
“Mi aspetto che voi possiate scoprire qualcosa di nuovo, che vi stupisca.”
“Ottimo, spero che i vostri desideri si avverino. Ma non indugiamo, passiamo alla seconda domanda: è contento della nuova organizzazione che ha trovato la scuola per farci continuare a venire a scuola?”
“Naturalmente preferirei tutti in presenza senza mascherine, in un contesto normalissimo, con voi che ascoltate e io che vi parlo certo che le vostre orecchie siano tese ad ascoltarmi, ma dobbiamo adeguarci alla situazione e trovo che questa sia l’organizzazione migliore.”
“E ultima ma non meno importante domanda: cosa pensa dell’articolo “LA COMITIVA DEI CAPPELLI” scritto dalla mia collega Bianca Conizzoli, comparso sul primo numero, in cui lei viene nominato?”
“Deduco innanzitutto, che voi pensiate che Kevin non possegga un organo cerebrale, dato che nell’articolo menzionate il fatto che alcuni si coprivano la testa per tenere al caldo le idee sfornate dal loro cervello mentre Kevin si copriva le orecchie (e qui ci tengo a precisare che Bianca non intendeva assolutamente questo, ma è solo un intuizione dell’illustrissimo professore da noi tutti stimato) e penso che le idee possano, anzi debbano, essere espresse invece che lasciate riposare sotto alla cuffia.”
“Detto questo l’intervista è finita, la ringrazio di aver partecipato e risposto con tanto trasporto alle mie domande.”
Nuovo concorso 2020/2021 Sacra Famiglia
Come primissimo articolo andremo a discutere del rinomatissimo personaggio, pluri- premiato agli Oscar, famosissimo in tutta Italia; colui che strimpella con la sua tromba da mattina a sera: il Professore Gio Grandi!
Come non conoscerlo: il divino porta voce della Musica nelle classi che, pur di vedere il sorriso dei propri alunni farebbe di tutto; oggi in questo articolo andremo a parlare di questo illustre professore.
Sappiamo tutti molto bene che la sua carriera è incominciata già da quando era i fasce: quando era piccolo la musica gli usciva dalle labbra quasi automaticamente in un modo soave che tutti invidiavano.
Si è affezionato allo strumento musicale conosciuto come “Tromba” ed ha portato avanti la sua carriera esibendo il suo talento naturale con successo; quando finalmente entrò nel corpo docenti della scuola “Sacra Famiglia” incominciò una nuova era per la sezione di Musica: l’era splendente accompagnato dal prof Grandi.
Si leggeva negli sguardi dei ragazzi oppure nel ticchettio dell’orologio che quella si prospettava la migliore tra tutte le ore: una dove finalmente tutti potevano canticchiare le loro canzoncine senza essere ripresi dai professori che tentavano di spiegare, dove più rumore si faceva migliore era il risultato, dove oramai i flauti erano diventati delle armi improprie da brandire contro i propri amici (solo e soltanto quando il professore era distratto) e se, in momenti del genere mancava il magico flauto, Grandi amorevolmente donava allo sciagurato l’oggetto smarrito, lanciandolo per aria e sperando che arrivasse giusto tra le braccia dell’alunno.
Non c’è descrizione per quella gioia intensa e quella sensazione di calma nell’ora di Musica (solitamente seguita da due di matematica per compensare l’ansia mancata); Giovanni Grandi sapeva perfettamente come coinvolgere l’attenzione degli alunni. Infatti non erano rare delle audizioni di canto o di flauto (entrambe percepite come presagi di morte per i più timidi) ma in un modo o nell’altro tutto filava liscio.
Personalmente vedo l’ora di Musica come una liberazione: come sento lo sgangherato cigolio del carrello di Grandi vengo avvolta da una sensazione di calma e protezione... forse legata al fatto che è una materia che non implica interrogazioni complicate oppure verifiche a sorpresa...
Già dalle elementari suonavo il flauto e non mi sono trovata in difficoltà a risuonarlo in prima media, anzi, mi sentivo proprio in sintonia con esso grazie al professore!
Di certo quei momenti sono ricordi lontani vista la corrente situazione, ma preferisco vederlo come un nuovo punto di partenza dove tutti possono impegnarsi a salvaguardare la situazione con responsabilità.
A tutti ancora sono sconosciuti i metodi riservati che Grandi esercita sui propri alunni e che li coinvolge con successo; certi suppongono che sia tutto grazie alla fortuna, altri dicono che è dotato di un potere speciale non concepibile per la mente umana ed infine un paio ipotizzano che pratichi magia e sortilegi sulle teste delle povere cavie.
Come il titolo ha già annunciato quest’anno 2020/2021 codesto docente è stato nominato “Miglior professore dell’anno” grazie alla maggior parte dei voti da parte degli studenti!
In fine la sua perseveranza è stata ripagata con un riconoscimento ufficiale, chissà quanta gioia avrà provato nel sentire nominare il suo nome all’esito finale...
Qua si conferma la teoria sui suoi poteri sovrannaturali: è evidentemente entrato nelle menti degli alunni influenzandoli sul voto finale, colui che si fa chiamare “Il miglior professore” è davvero un portento!
O, come preferiscono pensare tutti, gli alunni hanno votato seguendo la voce del cuore e ignorando possibili suggerimenti, chi lo sa....
Nella classe 2°B si sono innalzati urli gioiosi all’annuncio della vittoria: si vedeva che tenevano profondamente alla vittoria del professore scelto da tutti; non capiterà spesso nella vita di partecipare nelle ore di Musica ad un torneo di Flauto: dove i flauti, concepiti come perfette armi da combattimento, vengono usati per parare ed infierire colpi (figurativamente mortali) all’avversario.
Queste emozioni rimarranno nei cuori di tutti e forse faranno appassionare alla musica come è successo a Giovanni Grandi, momenti di questo genere esistono solo grazie a lui!
Congratulazioni e buon anno!
Piccolissima osservazione da parte di Paolo:
“Le battaglie con i flauti si svolgevano rigorosamente durante gli intervalli, possibilmente lontani dagli occhi dei professori.
Nessuno era responsabile per eventuali smarrimenti o danni alle attrezzature usate (visto che i match dovevano essere in segreto assoluto...), capitava però qualche volta che certi disertori proferissero parola con amici, che a loro volta lo dicevano ad altri e tristemente le informazioni arrivavano dritte alle orecchie dei prof.
Forse è per quello che le gare si sono fatte più segrete e competitive, ma adesso non possono più essere fatte; i combattenti sono però ricordati nella storia come i ”Professionisti”.